La brezza che schiude le persiane
le pesche che si aprono alla bocca
la gola che scivola nell’acqua
la pancia del discover che borbotta
Mario che incontro al Borgo Vecchio
nella città che si difende dal deserto
(ma dov’è finito quel bel deserto di una volta?)
la cospirazione che si scioglie nel quarzo
Ora che finalmente tutto è a posto
ora posso dedicarmi alla luna
stendermi sottocosta in un’ora chiaroscurale
e chiudere gli occhi alle fiammelle e alle saette
che bruciano la casa senza rumore
Le nostre irriducibilità sembrano sparire
mentre la brezza diventa vento
e la cenere si dirada
su un letto che galleggia fra le nuvole
che ti scoperchia la mente
ma ti ripara dalle scottature
Non c’è orizzonte che separa
qualcosa da qualcos’altro
ma un immenso liquido senza colore
che tiene saldi i destini dei corpi
nel loro vagare senza numeri
Se osservo un corpo esterno
attraverso il mio corpo
non lo conosco lo immagino
e per non ubriacarmene
lo disegno su un sasso
Quando il vento diventa uragano
solo il sasso rimane immobile
la sua ombra è l’illuminazione del contadino
che ha visto Dio
Questo mi mostra la luna. Piena e calma.