Seduto
fra infanzia e adolescenza
ci guardi obliquo e ispido,
come erba robusta di prato.
Neanche i tuoi occhi
fanno silenzio,
pozze d’inchiostro,
tempesta in agguato.
Prendi un po’ fiato,
solo un minuto,
aspetta la mia mano
carezza leggera.
Non sarà più il sostegno,
che hai sempre cercato,
ma basterà certamente
a contenere il tuo sorriso,
– il mio preferito –
quello dove, oltre alle labbra,
si schiude l’intero tuo viso.
(da Il Logorio della vita Moderna, 2021, su autorizzazione dell’autrice)