Queste parole che si schierano l’una dopo l’altra rigo dopo rigo emergono (da dove?) e vorrebbero risucchiarti; tu da un canto le lasci fare, dall’altro poni distanza tra te e loro, le sorvegli diffidente.
Le cantine di Lisbona, che non si salvano (che non vogliono salvarsi) dagli umidori del Tago conoscono penombre di tricicli dimenticati, radio a transistor che pochi sanno riparare, bauli che ricordano il viaggio transatlantico in nave a vapore.
Poi apri un libro in italiano che racconta di Lisbona e del salazarismo: ti sforzi d’imparare.