Berlino, Chausseestraße, civico 131; Wolf Biermann vi registra, nel 1968, l’album omonimo usando il proprio appartamento come sala d’incisione, un registratore Grundig e un microfono omnidirezionale Sennheiser (l’artista è stato colpito dal divieto di pubblicazione e non gli è consentito incidere nelle sale di registrazione ufficiali).
Accade così che gli apparecchi, acquistati di contrabbando dagli amici e dalla madre di Biermann a Berlino Ovest, registrano non solo le canzoni, ma anche i rumori che giungono dalla strada e, come scrive il poeta Reiner Kunze, jeder kennt doch das Verbot – tuttavia ognuno conosce il divieto / und hört die Straßenbahn – e sente lo sferragliare del tram.