COSO

Mio padre il lettore ha detto camerista: non con cameriera mio padre il lavoratore ha ricordato Assunta, e il mondo per come lo conoscevo è in un istante finito.

Ogni poesia sovrapposta ad altra ad altre: questa, che mio padre la spia ha scoperto mischiando d’istinto due piani, in un piano malamente sovrapposto a una prima copia di se stesso. Vedo lo scarto: come un’ombra attraverso carta trasparente intorno a ogni lettera che mi suggerisce il doppione; nella scopa due carte non occupano mai esattamente la stessa superficie sul tavolo: ora vedo la carta la carta e il tavolo, guardo mio padre la distanza perdere senso come una parola ripetuta troppe volte e poi è il mio turno… e questo sfogliare che credevo finzione dei libri – così crede mio padre il bugiardo – è uno sfogliare identico e altro che credevo finzione del vero – così credevo io mal sovrapposto a mio padre a me stesso alla carta alla carta al tavolo a una poesia di un coso con due gambe.

 

 

da “Volevo fermarmi a tre righe ben scritte” (Gorilla Sapiens Edizioni 2019).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

UN IMPASTO
8.94   un impasto in forma di susina croccante sapore morbido di pistacchio zuccherato vanigliato di colore avorio bruciaticcio un Read more.
Portami a ballare un finale diverso (8)
Spegni la luce prima di uscirmi dal cuore, qualcuno sennò potrebbe pensare che sia ancora occupato. Colpiscimi e stordiscimi, se Read more.
ASTRAGALO
Non so cosa pensano gli altri del proprio letto, magari nemmeno ce l’hanno, un letto, e perciò mi riesce difficile Read more.
Un canone sul pericolo di piacere I
Occhi pinare sput e qui lavoro leggondi are su tutte  le fedi e le divise ca ssiamo fare con gli Read more.
CHECK-OUT
24 non sono bravo con gli addii con 12 niente stasera portami a vedere un film sdraia il tempo a Read more.
ORA CHE NON PASSA
e taglia il fiato, s’arruginisce di bestemmie, s’infanga di rabbia, il Capo. Non ci arriva a trent’anni, ma suo padre, Read more.
Alla follia di Banvard tutti (4)
In questa scena del film è inverno a Berlino. Durante il breve tragitto in metropolitana, lo sconosciuto disegna sul libro. Read more.
UN TAMBURO
Sono il tamburo di tutte le guerre, quando una guerra mi carezza la guancia, mi gratto il naso e sparo. Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 71
Incrinata da un bavero di spine Sono il rampollo acido del monte L’aurora buia di chi lavora Di chi divora Read more.