Quella della vasca era in tempi remoti una cerimonia che gli abitanti delle Terre Acriliche celebravano per irrobustire il seme della loro specie. Avveniva un sorteggio tra la popolazione maschile e chi era estratto doveva immergere il proprio uccello nella vasca e lasciarcelo il tempo di una clessidra (ancora sconosciuto è il modo in cui riuscivano a compiere l’immersione). Chi si rifiutava era evirato sul posto con un paio di rudimentali cesoie cerimoniali; per gli altri invece “le palline della roulette” iniziavano a girare. Ai sopravvissuti (spesso restava in vita un solo individuo) era concesso di accoppiarsi con le vergini più giovani e carine della comunità. Le fonti tramandano che i sorteggiati colpiti dai morsi dei serpenti morivano tra atroci sofferenze. Il pene si gonfiava fino a assumere le dimensioni e la forma di un sechio maturo. La vittima era tormentata da scariche di dolore accompagnate dalla fuoriuscita di un liquido giallastro dall’uretra e dalla sensazione di pisciare vetro. La morte sopraggiungeva dopo qualche giorno.
Si ritiene che l’immunità ai morsi di serpente che qualifica l’odierno assetto genetico degli acrilici sia in parte la conseguenza di questo retaggio. Un discorso analogo riguarderebbe il radicarsi del ceppo albino nel loro dna, anche se le teorie in proposito non hanno ancora trovato riscontri convincenti.