ABSTINE SUBSTINE, “Luglio” 2

12. Subito dopo la nascita, era stato abbandonato dalla madre. L’aveva lasciato al padre e allo zio: era stata contagiata, e il padre non voleva curare la sifilide che aveva contratto quando era in guerra. Il padre e lo zio erano uomini violenti, e il bambino aveva chiesto alla madre di portarlo via con sé, ma lei si era sottratta. Il bambino era cresciuto debole e fragile, e paranoico. L’ultima volta che l’ho visto, qualche mese fa, soffriva già da un paio di settimane. Non potrò più rivederlo. Ora sta morendo di cirrosi. Io sono sospesa in attesa della sua morte. Ho la vita che volevo da bambina, mia figlia ha gli occhi blu. Ma non riesco più a vestire la mia realtà, non riconosco nulla, “come se” fosse un abito appartenuto ad altri. Forse, questo fenomeno è legato allo svanire nel mondo dell’immagine di mio padre. «Se fossi un serial killer, strapperei a tutti il cuore, iniziando da me»; stanotte si era ritrovata solo la mia pelle (brandelli). «Mi sento debole come un sacco vuoto, dottore».

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