Pezzo a pezzo ho rovinato il limite
le briciole attirano formiche, elementare. I bambini
le guardano e sorridono e dipanano
una ricreazione.
Comincia ancora, dopo, e.
Dalla fossa delle mani verso l’alto
si disfano i contorni chiari al tatto.
Si celano nel tuorlo delle cellule.
Almeno con due vite:
una
di più, una
di meno… forse un crampo, un accavallamento
qui, e la sparizione, in superficie d’acqua, del riflesso –
qui, la sospensione de-
i punti crea lo spazio, questo, albergo
o casa una casa che sta. Che fa presenza. Piena di vittime che indugiano
e parlano. Ossa e brina una benda
dopo l’ennesimo aprile.
(Puoi finire
solo continuando.)
Ma non c’è nessun pericolo:
la terra non si muove, non più, le scosse
i monti contengono. Silenzio. Né sibilo né rombo.
Il sole non si muove, le case abbandonate dalla frana.
(da SCENARIO, TAUT editori 2022)