ACQUA DAVANTI E VENTO DIETRO

Genbraio. 2.

   Per lunghi, piacevolmente lunghi, giorni, tanti, non so più quanti, ne ho perso il conto, mia unica, fidata compagna è stata ed è tuttora la mia ombra, timida sì, a volte tremolante, ma col passar del tempo sempre più risoluta ad averla vinta sull’appiccicosa penombra azzurrina che dall’alba al tramonto tiranneggia incontrastata sotto il pontile. Ammutolito dal respiro cantilenante del mare, certe volte, a seconda del mio umore, me ne sto oreeore, con le spalle addossate ad uno dei pali – tanti e, eccettuati quelli smangiucchiati dalla salsedine e incrostati di teredini, tutti quanti a mia disposizione – e le gambe scompostamente allungate sul soffice tappeto d’alghe umidicce che onde mai stanche continuano a depositare a riva, intento per lo più a rimuginare, spulciarmi, toccarmi i quagli, ossia a oziare godendomi la gradevole frescura. Una tana ideale per un solitario visto che, se la memoria non mi inganna, dacché ci vivo, nessuna  nave, scialuppa o gommone ha mai tentato d’attraccare al pontile. E dire che quest’ultimo ama spudoratamente mettersi in mostra spingendosi spesso e volentieri al largo con l’assurda pretesa di volere raggiungere e in quattroequattrotto qualsivoglia lontananza marina!!! Ma questi non sono certo affari miei. Schivo per natura e così tanto riservato da non tollerare affatto chi curiosa sul mio conto, figuratevi debba mettermi ad indagare sui perché e i percome altrui… E poi, sia chiaro una volta e per tutte, qua sotto il pontile voglio rimanerci il più a lungo possibile. Fosse solo per poter continuare a deliziare questo mio naso insaziabile con tutte quelle varietà di odori intimi che, la mia epidermide, perennemente a stretto contatto con alghe marcescenti, di continuo sprigiona! Motivo quest’ultimo – ma potrei addurne mille altri – di per se già più che sufficientemente valido per farmi affermare serenamente, senza titubanza alcuna, che niente e nessuno, sia usando la forza, sia irretendomi con la promessa di soddisfare appieno e  indiscriminatamente ogni mio desiderio, potrebbe convincermi ad abbandonare le tranquillità paradisiache di questo posto che, lo ribadisco, mi è tanto congeniale. Per di più, il solo pensiero di me all’esterno, nudo come un verme, alla mercé di un sole che non perdona, mi fa rabbrividire. Nemmeno in sogno riuscirei a sopportare su questa mia pelle sensibilissima, specie ora che ha assunto le delicate sfumature del pallore lunare, una sua sola, lesta sbirciatina invadente! Eppure…

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

IL VESTITO BIZANTINO – 63
Voce lurida essere nell’àncora Dove il via libera è vita vieta Trasloco giammai in un altro Fato. Domenicale la rosa Read more.
C’E’ UNA CASSETTA
c’è una cassetta, le parole dei vari brani sono state effettivamente pronunciate. anche se. come pronunciare direttamente i nomi?, le Read more.
un teatro (VII): badisco-mogadiscio-bagdad
una sentenza d’orizzonte, misurata con severità di sguardo, con parsimonia d’espressione, con disinvolta noncuranza rivolta ai massi estremi e deserti Read more.
HOLER MULLI
Erroneamente scambiamo un colpo di tosse per due bambini che danno fuoco a un emporio (perché il rumore è lo Read more.
FINE DELLE TRASMISSIONI (SIGLA)
L’ora di andare a letto è una cosa che s’interrompe tutto, una frattura insanabile, una dinamica seriale, non c’è seguito Read more.
DANCING&DANCING
Siamo quelle della Dancing&Dancing quelle che quando ci dicono “ballate” spalanchiamo le vetrate al terzo piano della nostra scuola di Read more.
SETTEMBRATA (10)
Cercando l’essenza dell’estate ho trovato un biglietto ingiallito da gocce di caffè disidratate. Sopra c’era scritto ‘ti amo’ con la Read more.
INFOCA IL CONDOMINIO
L’idea fu del reduce del quarto piano della scala H, ufficiale che si era distinto tra le fila del Regio Read more.
da I GIORNI QUANTI (98)
Un attore prende fuoco in scena. La gente applaude. Due attori prendono fuoco in scena ma poi si buttano nella Read more.