Per lunghi, piacevolmente lunghi, giorni, tanti, non so più quanti, ne ho perso il conto, mia unica, fidata compagna è stata ed è tuttora la mia ombra, timida sì, a volte tremolante, ma col passar del tempo sempre più risoluta ad averla vinta sull’appiccicosa penombra azzurrina che dall’alba al tramonto tiranneggia incontrastata sotto il pontile. Ammutolito dal respiro cantilenante del mare, certe volte, a seconda del mio umore, me ne sto oreeore, con le spalle addossate ad uno dei pali – tanti e, eccettuati quelli smangiucchiati dalla salsedine e incrostati di teredini, tutti quanti a mia disposizione – e le gambe scompostamente allungate sul soffice tappeto d’alghe umidicce che onde mai stanche continuano a depositare a riva, intento per lo più a rimuginare, spulciarmi, toccarmi i quagli, ossia a oziare godendomi la gradevole frescura. Una tana ideale per un solitario visto che, se la memoria non mi inganna, dacché ci vivo, nessuna nave, scialuppa o gommone ha mai tentato d’attraccare al pontile. E dire che quest’ultimo ama spudoratamente mettersi in mostra spingendosi spesso e volentieri al largo con l’assurda pretesa di volere raggiungere e in quattroequattrotto qualsivoglia lontananza marina!!! Ma questi non sono certo affari miei. Schivo per natura e così tanto riservato da non tollerare affatto chi curiosa sul mio conto, figuratevi debba mettermi ad indagare sui perché e i percome altrui… E poi, sia chiaro una volta e per tutte, qua sotto il pontile voglio rimanerci il più a lungo possibile. Fosse solo per poter continuare a deliziare questo mio naso insaziabile con tutte quelle varietà di odori intimi che, la mia epidermide, perennemente a stretto contatto con alghe marcescenti, di continuo sprigiona! Motivo quest’ultimo – ma potrei addurne mille altri – di per se già più che sufficientemente valido per farmi affermare serenamente, senza titubanza alcuna, che niente e nessuno, sia usando la forza, sia irretendomi con la promessa di soddisfare appieno e indiscriminatamente ogni mio desiderio, potrebbe convincermi ad abbandonare le tranquillità paradisiache di questo posto che, lo ribadisco, mi è tanto congeniale. Per di più, il solo pensiero di me all’esterno, nudo come un verme, alla mercé di un sole che non perdona, mi fa rabbrividire. Nemmeno in sogno riuscirei a sopportare su questa mia pelle sensibilissima, specie ora che ha assunto le delicate sfumature del pallore lunare, una sua sola, lesta sbirciatina invadente! Eppure…
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