Sono l’ospite di una casa di luci
ed ombre dove si aggirano fantasmi
che ansimano come questo vento
che fa sbattere le persiane
e, senza pietà, mi spinge nella stanza
più alta dove si accende il rumore dell’alba,
senza pietà per i gechi
che impazzano accanto alle feritoie
e rido alla tempesta che percuote
le fronde dell’ippocastano laggiù in basso;
perché dovremmo scrivere quando
il vento acceca di onde le speranze
dei vinti? perché riposare nei versi
quando i rami bussano ai vetri
come pene che chiedono di entrare?