SPETTACOLO

è un’avventura arrivarci dopo il ponte prima dell’altro ponte girando a sinistra e  posteggiando a destra quindi a piedi tra i detriti edili rifiuti raggiungere uno slargo dove si alza una cappella col tetto senza pareti quadro centrale in controluce non si vede il santo di lato una costruzione che ha ingoiato un angolo I resti di un palazzo signorile qui lo spettacolo da basso due portoncini e una saracinesca in alto un lenzuolo steso oltre i tetti delle casupole raccoglie le esternazioni video di alcuni locali killer donna di spade lavanderia e prete sono in anticipo non ho  prenotato in lista nell’attesa faccio attenzione  alle storie sfortunate che si ripetono ad anello mi turba il proiettore sospeso alto distante in bilico legato ad una sbarra di ferro messa a ponte tra due mattoni di tufo sotto un signore giacca e cravatta dietro tre cassette  da frutta a pila da sostegno ad un compiuter stampa il biglietto c’è posto niente bancomat solo contante una hostes in tailleur blu mi  consiglia e consegna gratis mascherina anti contagio e programma niente foto niente video tutti i  dispositivi spenti entro per una stretta scala coloratissima ogni scalino una scritta che non leggo ex pub?  rimango in piedi accanto ad un valletto seduta sul pavimento una ragazza tuta di pelle nera e treccia chiodata  ascolta musica punk  gesticolando saremo una ventina e un terzetto di manichini in una stanza di non più di 3mx4m poi la ragazza si alza esce per un’altra stanza e rientra tenendo per mano un uomo con occhiali scuri e bastone bianco curioso di cosa sia oltre la finestra e lei dice  nord e sud e quartiere i campi  cielo e mare e il cieco annuisce afferma potente altre cose marinare e invita a seguirlo in un’altra stanza da un’altra donna che insiste con stoffe  e tessuti fiancheggiata da due sventole reggi panni mute e disattento prevedo che esauriti discorsi e sviste abbiamo da  andare in un’altra stanza educatamente evitando di spingere mi sposto dove ci sono altre cinque cantori stipati in un involucro cellophane allietato da ondate di luci  e truccatissimi diversi che gridano a turno e si dilettano ad imprecare in coro ritmate che non si capisce e nemmeno perchè siano chiusi stretti e torniamo indietro dove prima le stoffe ora c’ è un barbuto risentito in corde e lacci suadente di lungaggini ritardi interferenze raggiri e altri giovani finti sordi che si fronteggiano in palermitano stretto che appunto non si può sentire e viene fuori pure una donna  lunga nera con la faccia bianca che dice di soste scambi e benefici minacce l’essere e il dover essere ma come quindi applausi e altra stanza quella dell’entrata ora uscita ancora il cieco che spegne una candela già spenta e poi  i manichini che senbrano usciti da un film surrealista a colori anni cinquanta gradini fuori respiro raggiungo tra i rifiuti calcinacci d’intonaco laterizi e cemento armato e non l’auto e proseguo di ritorno dritto per il secondo ponte

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