Genbraio 2.2.
Eppure… eppure, poco fa, quando una sbeffeggiante virgoletta bianconera di coda canina è più volte apparsa, scomparsa e, preceduta da insistenti latrati, ricomparsa lassù, sulle incerte sommità rotondeggianti di una duna crivellata e parrebbe con metodo dal continuo zampettare di un nugolo di strani insettuncoli dalle ali rilucenti se non di più almeno quanto la più fine della porcellana, (in questo luogo, dove terra aria acqua e chissà cos’altro ancora si compenetrano a vicenda, stazionano abitualmente, incrociando a volte senza esserne nemmeno coscienti le loro effimere esistenze, creature strambe), mi è montata su una tale collera che, sebbene ultimamente per il tanto oziare cada sovente e a lungo in un dormiveglia spossante, quasi senza accorgermene, sono scattato in piedi e, di punto in bianco, mi sono ritrovato all’aperto a rincorrere, zigzagando su questa sabbia intollerabilmente scottante fra una folla di starnazzanti bagnanti con le trippe debordanti per lo più spiaggiate sopra sgargianti teli di spugna quasihawaiani, ‘sta ‘fitusa’ coda canina ‘sivusa’ che, tutto di un fiato, senza dare alcun segno di stanchezza, ha percorso passopasso il litorale fino al suo estremo tratto praticabile prima della scogliera, terminando la sua folle fuga all’interno di un imponente edificio, non si capisce se in rovina o se ancora in costruzione, visto che, specie a chi lo scorge come me per la prima volta, da la sconcertante impressione d’essere spuntato lì dall’oggi al domani…