Quando Luca osserva la tenacia, la pazienza,
l’impegno del cane di Carlo, mentre Carlo evidenzia
la fede, la fermezza, la ferocia, l’ambizione
del gatto di Stella, che rileva la capacità di sacrificio, l’accettazione di lunghi periodi sotto schiaffo,
la sopportazione delle umiliazioni, la razionalità,
l’amore per il rischio che il cane di Luca
e il gatto di Luigi mettono e dimostrano nei propri
gesti quotidiani, e ravvisa che quasi sempre il cane
di Luca e il gatto di Luigi mostrano disponibilità
e capacità di fare, si domanda se la bocca piccola,
il muso più o meno prolungato e il corpo molto compresso
e rotondo, soprattutto verso la coda, siano un luogo
di incontro per le moltitudini di acaridi
così piccoli da sfuggire agli sguardi
di Luca, Carlo, Stella e Luigi,
che si fissano sulla pelle del cane di Carlo
che si introducono nella carne del gatto di Luigi
che succhiano il sangue del cane di Luca e bevono gli umori
del gatto di Stella e si moltiplicano fra i peli
degli animali domestici e degli animali da reddito
sfinendoli e facendoli, talvolta, col tempo, morire.