Né il cane di Carlo né il gatto di Stella
sono in grado di comprendere che la vita
ha un principio e una fine. Il cane di Carlo
ha paura della morte. Il gatto di Stella percepisce
il pericolo, ad esempio quando annusa l’odore del sangue
che fuoriesce dall’orecchio mutilato del gatto
di Luigi. Per Luca il pensiero della morte è uno stato
mentale duraturo nel tempo. Quando lo assale
la paura di morire, Luca la interrompe dopo pochi
minuti. A volte si palesa quando Luca pianta un seme
nel terreno (soprattutto quando sente i rintocchi
della campana grossa, soprattutto quando vede
un corvo, soprattutto quando legge la cronaca nera,
soprattutto quando guida la macchina e pensa al pane
tostato, soprattutto quando si sporca le mani, soprattutto
quando capisce di essere soggetto al campo gravitazionale,
soprattutto quando un’idea tossica del concetto
di agire gli balena nella mente, soprattutto quando
deve operarsi all’appendicite, soprattutto quando
cerca di infilzare le farfalle, soprattutto quando
entra all’interno di un bar, soprattutto quando
immerge lo sguardo negli eventi, soprattutto quando
appende una cipolla al lobo dell’orecchio sinistro,
soprattutto quando cade dalla sedia, soprattutto
quando scivola su una buccia di banana, soprattutto
quando allaccia le stringhe delle scarpe,
soprattutto quando dorme e sogna i soldati
che combattono la guerra, soprattutto quando cammina
e deve attraversare le strisce pedonali, soprattutto
quando ascolta i discorsi degli omini di panna, soprattutto
quando si annusa le dita), poi lo accompagna
per giornate intere.