Quando Carlo pestò una cacca del cane di Luca
fu la cesura definitiva con le storture
che il gatto di Stella fomentava da decenni.
Luigi voleva provare delle sensazioni che
non avrebbe saputo esprimere con le parole
(ad esempio il disappunto per la completa
mancanza di disgelo), quando un’immagine
servì ad attrarre la sua attenzione. Il cane
di Carlo di sentenze ne ha emesse parecchie,
per futile mania. Era ghiotto di latte
ed è diventato sordo. Fa i compiti a casa
con diligenza. A volte confonde le traiettorie
dei pesci. Il gatto di Luigi presta attenzione
alle parole di Luca senza disturbare, poi afferra
un grimaldello e apre la cassa toracica
del gatto di Stella che fa scattare lo scudo
della salvezza. Stella sa che dovrebbe tacere,
che le converrebbe di gran lunga non esporsi,
correndo il rischio di annoiare (cosa che
suona grottesca). Quando era piccola, il livello
della dialettica si ridusse a questo: da allora,
tutti i suoi sforzi vanno alle cose materiali
e temporali. Quando era piccola, Stella pensava
di non essere in grado di dire cosa fosse legittimo
e cosa no. Spesso notava realtà esistenti,
ma le attribuiva alle cause sbagliate.