da OSPIZIO DI ADDIO – n.10

Le ruspe del passato l’autentico

Tic l’attesa di scomparire

Tutta ritta sull’attenti.

Topi e destini frantumano

Chiunque tocchi con mano

La rondine mortale pressata

Al suolo. Figlio di solo enigma

Chiederti perdono nel dono

Che qualcuno riconosce

Allo scempio di nascere.

L’amarezza del duolo

Ometta la tetra staffetta

L’origine nuda del suolo

Cadaverico. Ventura se

Arriva domani: la stazione

È rotta dall’indietro perpetuo.

Gli amanti mettano su casa

Solo per sciamare insieme.

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