Il mood tra il cane di Carlo e il gatto
di Stella è sempre più quello dello scannarsi
a vicenda, in una guerra quotidiana.
La visione di Luigi si spalma sui secoli
e si plasma sulla geografia, naviga
nell’incertezza, senza patria e senza dimora,
include strumenti come martelli, mazze
e pugni chiodati che si incontrano e
si scontrano nello spazio con determinate
angolazioni, passa in rassegna le voci
del bene, consuma prodotti e narrazioni, senza
interrogarsi, tornando al punto da cui era partito.
Luca sente che Carlo sta parlando proprio a lui.
Quando i sogni si fanno più vividi, alcuni
coleotteri (il nunzio della morte in particolare)
inseguono i gatti vestiti da sposa. Talvolta
Stella e Luigi vanno dove vogliono, nell’assenza
di materia. Prima di iniziare la routine,
Luca dedica qualche minuto al riscaldamento,
raccoglie dati, studia come raccogliere
i dati, fa calcoli, accerta e quantifica i nessi
causali, scinde ciò che gli aggrada, scruta
cosa succede dietro la curva, approfitta
dello sconto sui prodotti a basso contenuto
di grassi, assapora i numeri in colonna. Il cane
di Carlo e il gatto di Luigi assicurano che
rispetteranno le condizioni formulate dalle commissioni
riunite e congiunte dei gatti e dei cani.
Quello che Luca, Carlo e Stella chiamano progresso
non è che un’invasione di quadrupedi, e il cane
di Carlo e il gatto di Luigi non sono contenti
finché non hanno trasformato tutto in
larghi marciapiedi con piste ciclabili, faretti
da incasso e illuminazione uniforme.