E’ un giorno di questi, che normalmente appartengono alla Primavera. Quindi potrebbe piovere: oppure l’erba dei campi, sotto a un cielo grigionero, potrebbe splendere di un verde cristallino, radioso, metallico. E’ un giorno come un altro, tra febbrajo e giugno. E allora si tratta di stendere i panni, di mettere il nuovo carico di roba sporca in lavatrice, di fare un po’ di pulizie: dico un po’ perché del tutto sarebbe una faccenda molto complicata, quasi acerrima. Quando mi alzo dal letto sto attentino a non pestare le buste chiuse con la merda dei cani. Diciamo che aprire le finestre costa uno sforzo notevole: non eccessivo, va bene, ma notevole. Tanto da dover montare sulla sedia e osare sostenute botte all’intelaiatura degl’infissi, perché scatta la serratura, di cui per quanto.
ORVUAR
E allora: aria che fischia tra la persiana e la porta di camera, tra i pensili di cucina e la stanza di sopra, sottotetto. Una folata di malizia, tristezza, mestizia e roboante clangore di serrature già forzate da mani robuste di idraulico. (Devo venti euro al tizio che, vestito di blu, è venuto a scardinarmi la porta di casa). (Oppure un pollo ad Asclepio, devo – intendevo). (Il fegatino, il cuore e la cipollina, ovvero magone, ovvero ventriglio, ovvero durello, li mangio io, che son contadino d’affetti, di personalità, di gusti e storia e cronache d’amori perduti). Magari adesso mi soffermo sulla soglia – Oh, soglia! – e compiango i miei morti, di tutti i torti, corti, sebben che forti sembrassero di muscoli e torace prominente, sembrassero, dicevo, perché non son più niente, a parte un dente, che misero non se la sente,
A questo punto il canovaccio prevede l’inserimento di un personaggio dalla folta barba e incolta che si appropinqua per la ripida salita incespicando sulle bozze irregolari del lastricato, e tra un passettino e l’altro produce dei suoni in forma di parole e rutti, e tosse, e fili di catarro a mezza gola – Ma che bella barba, dicendo a me, che vengo dalla direzione opposta – Ma che bella barba te, dico io di rimando. E poi ci fermiamo osservandoci meglio da vicino, e – no, mi scusi, ho sbagliato barba, fa lui. E io – non fa niente, tanto ho appuntamento dal barbiere in mattinata. E poi – alé – proseguiamo ognuno per la strada sua, o tua, che è ugualA. Addirivercela, bon ton, e au revoir par ensamble e tous les copains de la viande.
orvuar.
ORA IL SILENZIO
18 Aprile 2025
ora il silenzio impone ossessione pragmatica omnia forse inspir’ando two lights two lights e il coraggio ululato a paure pure Read more.
Tentativi di golpe fungino. 2
18 Aprile 2025
. del poco cinema avvistato] del miraggio mondialpol promemoria] acutil bromometil vista lago della città serve lo scalo un ciclo Read more.
UN IMPASTO
17 Aprile 2025
8.94 un impasto in forma di susina croccante sapore morbido di pistacchio zuccherato vanigliato di colore avorio bruciaticcio un Read more.
Portami a ballare un finale diverso (8)
17 Aprile 2025
Spegni la luce prima di uscirmi dal cuore, qualcuno sennò potrebbe pensare che sia ancora occupato. Colpiscimi e stordiscimi, se Read more.
ASTRAGALO
17 Aprile 2025
Non so cosa pensano gli altri del proprio letto, magari nemmeno ce l’hanno, un letto, e perciò mi riesce difficile Read more.
Un canone sul pericolo di piacere I
16 Aprile 2025
Occhi pinare sput e qui lavoro leggondi are su tutte le fedi e le divise ca ssiamo fare con gli Read more.
CHECK-OUT
16 Aprile 2025
24 non sono bravo con gli addii con 12 niente stasera portami a vedere un film sdraia il tempo a Read more.
ORA CHE NON PASSA
16 Aprile 2025
e taglia il fiato, s’arruginisce di bestemmie, s’infanga di rabbia, il Capo. Non ci arriva a trent’anni, ma suo padre, Read more.