Un giovane quarantaseienne insiste, con la sua chitarra elettrica, in un giro di do sbagliato. Lo propone a maggio, a finestre schiuse e con un piede già in terrazzo. I genitori sinodali, sordociechi davanti il televisore. I genitori di un imbecille, va da sé, geneticamente imbecilli. I genitori sicuri, il loro figliolo sarà Janis Joplin. Un dirimpettaio acustico, non riuscendo a svellere le orecchie, pensa seriamente di tirare al chitarrista una granata. Calibra con fasulla dovizia il braccio per un lancio immaginario. Giù una famigliola di nove dipendenti scende dal Suv e attraversa la strada per raggiungere la suocera a ore 23 e 11, quinto piano. La più piccina delle figlie, in braccio al padre, piange con voce di bambola. In effetti, è la bambola che la piccina tiene in braccio che piange per lei a empatia bioelettrica. Il buonuomo, attraversando la strada con le piccine in braccio, figlia e bambola, incrocia un condomino che corre, a testa bassa come un toro, verso il bar all’angolo. Non vi fa caso. Già pensa, prima di raggiungere l’altro lato del marciapiedi, al futuro. Al domani, alle 7, quando dovrà aprire il cancello dell’azienda del suocero e riferire degli operai ritardatari. Nel salotto della suocera i famigli cinguettano con la piccola e con la bambola, ma quanto sono cresciute. Il toro del terzo piano, ha finalmente raggiunto il bar. Ordina, con la stessa similvoglia di una donna incinta, un gelato di zuppa inglese. Ma il corpo del gelato è bucherellato da pallettoni di cioccolato. Che risputa, a rosa di fuoco, sull’incolpevole ministrante. Protestando l’invasione dei comunisti e della cioccolata, anche lui trama, tornando ferito a casa, di lanciare una granata a chi sa lui. La granata arriva prima del previsto, bella fresca dalla Siria. Un foreign fighters – secondo figlio di quella famiglia di spiantati schiusi a maggio dell’ultimo piano terrazzato – l’ha lanciata da al-Raqqa. Colpisce in pieno i cassonetti della raccolta differenziata con gran risveglio condominiale. Che però non sveglia il papà della bambina con bambola, sprofondato nel suo sogno di una zuppa inglese senza cioccolata e con zuccata.
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