M’avvincono gli sterrati dove fanno naufragio automobili in demolizione o si fermano circhi fuori
moda e fuori stagione. La vita degli operai del circo (che sono anche meccanici ed elettricisti) mi
rimane ignota e nascosta.
È enigma il perché qualcuno sempre ripari l’asmatica Citroën del ’53 che ha un nome di donna e
percorse le strade della Baixa con la réclame del circo delle nuvole sulle fiancate. Miles,
trombettista croato, passeggiava curioso tra botteghe di calzolai e pasticcerie venendosene la
sera a guardare i clown e i giocolieri e i trapezisti sotto il grande tendone, montagna sacra.
E se guardo i vagoni fermi per anni fuori delle stazioni penso alla solitudine dei circhi dopo lo
spettacolo, alla tromba di Miles che ancora ci salva e a una vecchia Citroën dove abitano le
nuvole dell’immaginazione.
(Ricordando Cristina Annino)