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(1992)
la tua percezione non è allentata come la mia –
mi colpisce il suo intatto appretto – è
una percezione quasi rigida tanto è
di fresca acquisizione e genera nell’immediato
scompigli attorno e quindi (percependosi
in quei scompigli) si scombicchera si autorivoluziona
e cosi accade che l’appretto neppure comincia
a usurarsi anzi rinnova la sua forza originaria
e insomma ti ‘vedo’ produttore di trappole
contro la salute apparente contro l’apparenza
immediata contro il tempo veloce-avido
tu unificato-nei-tuoi-campi-d’esperienza
non è un fenomeno non produce fenomeni
non si identifica con la tua comunicazione
sopratutto comincia prima di te e procede ‘oltre’
m’arriva qui così tu lo sai e parli con crescente difficoltà
quando sei sulla sua onda e perciò il mondo diventa
più difficile più lento ma anche più laborioso
parlando tu e io non ci orienta la chiarezza
la linea lo sviluppo forse soltanto un polo-sfondo
la presenza incerta del nostro essere maturati
dentro qualche morte – che non è morire non ti sento