da I GIORNI QUANTI (21)

Il Capitano segue per lungo tempo una farfallina notturna che arranca sul bordo del tavolo tondo della cambusa. Poi, quando questo infinito circumnavigare gli sembrò finito, il Capitano riscaldò tra di loro i polpastrelli di pollice e indice e schiacciò la farfallina. Tò, concluse. Una vita che se ne va, una vita in meno. Rivolse gli occhi all’orizzonte, alla bonaccia, ad una disinfettante notte marina. Brindò agli amici perduti, che aveva perduto per pinzellacchere per quisquigline per baz baz che non avrebbero avuto rilevanza se non avesse invece avuto rilevanza, in lui, l’ineluttabilità di allontanarsi, di perderli, di perdersi – per un po’.