Eravamo tutti morti.
Era un giorno beato di sole
ma solo per i vivi
e noi eravamo tutti morti.
In pace, per quel che significa.
Ci guardavamo senza vederci,
ciechi ad ogni luce
sotto quel sole beato che baciava
la lieta famiglia d'erbe e di animali.
Ma non noi che eravamo tutti morti,
ciechi e sordi al rumore del vento,
senza più timore.
Cosa possono temere i morti?
Non l'aria né l'acqua, né il parassita
costretto a sloggiare, verso dove
se eravamo tutti morti e riposavamo
nella quiete sconosciuta
di cui nessuno ha scritto?
Perché dovrei scriverne io?
Chi ne sa nulla di quel vasto
cielo spolpato di stelle,
di quell’immenso mare senza acqua,
di quel terrificante abisso.
LACRIMAE RERUM 36
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