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Deciso a morire quella sera stessa, chiuse il bigliettino con la parola “addio”. Ma spinto dalla sua natura di scrittore, e soprattutto d’ossessivo-compulsivo, prima d’afferrare la pistola iniziò, meccanicamente, a rileggere e rimanere scontento. Così, a furia di correzioni, il bigliettino divenne un racconto, già prima dell’alba; e poi pian piano, col passare dei giorni, dei mesi e del tempo, un nuovo romanzo.

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