Nella pletora delle scuole socratiche minori, sgorgate come code dalla cometa che fu Socrate e oscurate da quel frammento divenuto astro a sé stante che fu Platone, particolarmente degna di nota è quella dei Cinici. È risaputo il fatto che Diogene di Sinope, il suo esponente più illustre, vivesse in una botte e facesse i bisogni un po’ dove capitava. Meno noto è come le origini della scuola siano da ricercare nella diatriba intellettuale tra il suo fondatore Antistene e il meno famoso Prassistele (430 a.C – 351 a.C.). Costui fu asceta dedito in modo disarmante alla sola moralità, che identificava nel vivere il più possibile in accordo con la natura, disprezzando le affettazioni della società e le più basilari norme di convivenza. Prese a comportarsi come un gatto. Usciva la notte per passeggiare sui tetti, spruzzava strani umori maleodoranti per marcare gli angoli della piazza dove amava riposarsi e anticipò i tempi non curandosi, già prima di Diogene, dei propri bisogni. Si presentava ai dibattiti dei filosofi nudo, a quattro zampe, strusciandosi contro le gambe dei colleghi e scrutandoli con sguardo implorante; si nutriva prevalentemente di pesce e di piccoli insetti e difendeva le proprie idee graffiando gli astanti e soffiando. La disputa con Antistene pare avesse a che fare con il concetto di atyphía, o lucidità mentale: entrambi lo ritenevano fondamentale per raggiungere la felicità, ma per Prassistele esso consisteva nell’azzuffarsi con i gatti del suo quartiere, per Antistene nel discutere con Prassistele. Il contrasto si accrebbe a tal punto che Antistene, pur di poter confutare il concorrente, adeguò i suoi comportamenti a quelli di un cane, perfezionando l’arte fino ad impietrire dallo spavento Prassistele con il suo solo fissarlo. L’aneddoto non viene riportato perché, coerentemente con la loro scelta di una vita etica all’estremo, né Antistene né gli altri cinici scrissero nulla, ma si limitarono a mettere in pratica ciò che l’istinto li spingeva a fare, affezionandosi di tanto in tanto a qualcuno. Prassistele Felinide fu però ancor più ligio nei suoi propositi e si astenne dal fondare una scuola ed è per questo che non si è mai sentito di un gatto che sia stato anche filosofo e maestro di filosofi.
dal Manuale di filosofia fantastica (Link, 2022)