CANTABILE OSTINATO XVIII

il vento che cancellò fermate e rimestò fiati cellule occhiate e si avventò sui pali battendo alle porte sprangate le sue nocche cocciute tu fallo cristallo che non si rompe all’urto metallo o vocale che non percuote  

STORIADI TRENI: COSMODROMO DI BAJKONUR

Enkidu, cui gli dèi creandolo con l’argilla della terra avevano concesso forza e velocità eccezionali, si spostava per le steppe gareggiando con i cavalli e con le gazzelle. Si fermava ammirato solo quando a Bajkonur vedeva i treni trasportare gli enormi vettori alle basi di lancio. I suoi occhi di …

L’IMPENSATO, CIOÈ LA VITA – 03

Siamo sulla strada per tramontare, per dimenticarci, per svanire (la vanità): chi ci vuole salvare deve abbandonarci…   ******   Batte la strada il ritmo segreto del ricordo dei morti-vivi, ben più eccitante dello strepito che fanno i vivi-morti: che più si agitano felici e più sono tristi zombi…

da ISUOI, (labbradà) 1

un cielo verde-assenz io e spansive nubi viola sulla pianura lontano una languida mandria di lapsus la carta pecora la parola da brucare

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oceano che d’amore impazzisci alle verità che non so – al sospinto vibrato di attimi incerti e lutti fughe   e sangue   Qui   partorirò il ricordo di un treno in un giorno deserto   mentre scompare la voce     “ti amerò al travaglio del giorno”     …

altri stereotipi]²

il calendario oscilla il perno è marte le maree lunari spengono la punta del basso verso un nuovo punto come decalcomania fa pelle e trapunta] infligge legiferante il massimo, il mosto o calendário flutua

* * *

Alzandomi di botto da sogni invasi di “dentacoli” –aguzzi e avviluppanti–, all’istante m’accorgevo, autoironico sul serio (mi “risi” conto, dunque; mi risi contro?), che l’adagio popolare si può riscrivere così: “Il cuore batte, dove l’anima duole”.

SCAFFALE 105 – 161211

C’è un legame della nostra esistenza con la realtà cosmica Carbonio e acqua di cui siamo formati Tempo e temperature adeguate Un miliardo di anni La vita come organismo cellulare b (ormai è molto tempo che faccio quello che avevo cominciato a fare da giovane, sono quindi anziano e fortunato …

ERA A BORDO PISCINA IL TEMPO

Era a bordo piscina il tempo [del dissolvimento] esacerbato da ondate anemiche attutite da nuovi margini consequenziali. Una rassicurazione preme sull’epidermide, validata nell’appoggio lieve di una giacca in crêpe. Ti conoscevo. C’è una sorveglianza nel dirottamento pressante  e una parvenza di vastità.  Vastità assottigliata dentro l’esile andamento.libero  [non securitario]  di …

PAESAGGIO

  Qualcuno mi sente? Mi state ascoltando? Vi vedo lontanissimi, non distinguo neppure le vostre facce, i vostri occhietti a palla, i foruncoli. Non distinguo le vostre voci, le vostre piccole voci simili a un soffio di cimice. Non riesco neppure ad arrampicarmi sui vostri capelli, così sottili e imbiancati …