La pagina è andata in apnea.
L’ha deciso dopo il suo primo Capodanno. Un brindisi al proprio autore con affondo negli abissi.
“La creazione inizia dal gorgo”, ha pensato prima di trattenere il respiro.
Poi si è contratta, arrotolata, girata, mossa fino al precipizio.
Al risucchio d’ossigeno, le parole si sono disfatte e hanno sciolto i loro legami, sparpagliando suoni di gola contro il fondale vicino. Rimbalzi di voci e silenzio. Quindi il nulla, fecondato. E dopo, il parto di bolle, di vocali e consonanti in risalita, in ordine sparso. Fino al bianco nuovo, alla superficie di latte da bere per rimanere, per restare.
Una pagina nuova senza debito. Libera, increata.
A terra una macchia d’inchiostro dove la penna è caduta.