NOMI

Col Flamenco si possono costruire un sacco di belle cose: una nuvola colorata trenta volte più estesa del sole  – la Scienza della Vita, tutta intera, s’intende – un unguento per l’acne recidiva – navigatori satellitari per fuoristrada.  Si teorizza che un paio di scarpini durerebbero circa tre/quattro anni, più o meno, ma nessun ballerino si sogna di tenerli per più di sei mesi: una questione di orgoglio. Si teorizza che ogni ballo eseguito possa essere conservato in apposite scatole di metallo e riaperto al bisogno: anche a distanza di anni, non soltanto la melodia, gli odori e i rumori del palco, ma persino gli afrori dei corpi riesploderebbero intatti. Non sappiamo a  cosa si riferiscano quando assestano quei  tacco/punta sulle assi di legno, ma è probabile non pensino a nulla che non sia quello che stanno facendo. Anch’io, adesso, vorrei dire la cosa più terribile di questo mondo. Ma le mani, le mie, portano cose dimenticate: petardi scoppiati, capelli grigi, una giornata vuota. Vuota vi dico.

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