Storia di treni: Egon Schiele

Avrebbe disegnato Paul Bley al pianoforte o Mozart al clavicembalo; disegnava i treni che fermavano nella stazione dove lavorava suo padre; avrebbe disegnato l’orecchio perduto di Van Gogh o il nudo della Regina di Napoli; le ferrovie austriache non sapevano di avere un figlioccio così fedele.

Per me egli è un vortice nel tempo, contemporaneo di ogni evento passato e futuro: avrebbe disegnato Tolstoj che viaggia in terza classe verso Astàpovo e i treni che percorrono le distanze della letteratura.

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