IL VESCOVO DI BENEVENTO

Se il razionalismo che percorse in lungo la modernità fino a Kant mise molto in dubbio, ma affermò sempre la candida certezza di alcune fondamentali verità di ragione quali l’aritmetica, la geometria e il principio di non contraddizione, lo stesso non si può dire per il vescovo di Benevento (1693 – ?).Considerato da alcuni come il padre, datosi alla fuga e mai presente, dell’empirismo, Benevento ridicolizzò la ragione e il valore della ratio in favore della concretezza dei sensi. Egli rilevò come fecero altri suoi contemporanei che tutte le idee in qualche modo procedono dall’esperienza sensibile e dunque, per quanto questa sia fallace e confusa, altro mezzo non abbiamo per conoscere il mondo. Radicalmente ostile agli alambicchi del pensiero, ma incapace dall’altra parte di liberarsi dell’intuizione razionalista che tutto ciò che è pensato è pensato, negò tutto. Sezionò gli ambiti più disparati della realtà e ne confutò ogni principio, ogni legge regolatrice, ogni formula ordinatrice. Negò la causalità, la finalità, le case, la Finlandia, l’aritmetica, l’ippica, la meccanica. Sostenne che pensare è ingannarsi e che il modo corretto di affrontare la vita è ridursi allo stato di bestie, procedere per puro istinto reagendo agli stimoli ambientali in modo del tutto automatico e riflesso. Fu coerente con le sue tesi, rinunciò ai voti e visse inizialmente come un rettile e poi come un insetto. Come un’inferenza di tale portata non abbia avuto successo nei manuali di filosofia è presto detto: il vescovo di Benevento si spinse fino a negare la validità di sé stesso, poiché poteva figurarsi nella memoria e nell’anticipazione il suo corpo ormai animalesco calato nella giungla degli stimoli sensoriali. Si fece allora organismo monocellulare, impermeabile all’elucubrazione e mosso dalla sola volontà di esistere. Nella sua nuova condizione non fu in grado di difendere le proprie posizioni nelle università e nei salotti degli intellettuali e queste, prive di araldo, vennero presto superate da altre ancora più strane.

 

dal Manuale di filosofia fantastica (Link, 2022)

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