questo sarà il racconto di un’impossibilità (o di un’incapacità):
come scriverti della vertigine mentre ci si solleva dal suolo e Istanbul diventa i suoi tetti fittissimi come cannicci color granato?
come descriverti la strettura dei vicoli scorti dall’alto e l’onda delle voci che dai mercati si disperde nel mezzogiorno del Bosforo?
come?