L’ULTIMO NATALE

Una notte di Natale indimenticabile.
Sfincione bianco bagherese
Sfincione rosso palermitano
Sarde a beccafico, meno due diottrie
Rosticceria fritta
Anelletti al forno
Melanzane alla parmigiana
Panelle
Crocchè
Cardi fritti
Moffoletti con ricotta fresca
Fragole con sugo di arance
Cannoli
Cassata siciliana
Caffè con la moka
Amaro Primintio.
Un librone impolverato rivede luce dopo il sigillo del suo creatore. Ci sono tanti ricordi in foto
sbiadite. C’è anche Carlo venticinquenne in alta uniforme. Sembra un attore. Si faceva
chiamare Alain
Bisnonni e figli si confondono fondono tra tradizioni genetiche immutate immutabili.
Chi sei chi sembri chi sarai lo sai.
E’ nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama. Disse un illustre russo.
Lacrime su emozioni su ricordi. Un sandwich distruttivo.
Tombola
Ramino
Mercante in fiera.
Numeri sordi. Distrazioni. Demenze.
Gioie immense. Ultime?
Oggi sono illuminata da bianche mura. Non è ancora carnevale ma mi hanno regalato una
grande maschera che mi copre tutto il volto. Non so come mi sta. Lo specchio è lontano.
Credo mi faccia il viso troppo rosso. Potrei apparire abbronzata, a febbraio. Non so neppure
dove si trovi Doha.
Da ieri mi lasciano vestita da carnevale.
Dall’altro ieri.
Sono passati quattro giorni.
Non vedo più nessuno. Questa maschera mi sta soffocando.
Che bel prato che c’è qui attorno. Che profumi profumati di rose. Sento perfino la vocina di
mia madre. Sento la mano grezza di mio padre accarezzarmi il viso.

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