Mars (1817 – 1883) fu economista e filosofo del progresso inviso al più celebre Marx, che pur avendo avuto in vita e in morte un successo straordinariamente maggiore di quest’ultimo, fu barbaramente espunto dai libri di storia dalle conventicole del pensiero dominante. Smunto, calvo e straordinariamente slanciato, Mars teorizzò che le contraddizioni interne del capitalismo individuate nel Capitale fossero sì reali e corrette, ma che avrebbero portato a tutt’altro che il loro superamento. Abbandonata totalmente l’eredità della sinistra hegeliana di cui fu rappresentante in gioventù, riteneva che tali contraddizioni si sarebbero evolute, mutando e stratificandosi fino a creare una mostruosità sociale che, per quanto traballante, sarebbe sopravvissuta eternamente sorretta dalle sue proprie inconsistenze. Filosofo degli ultimi, sostenne che il fatto che i capitalisti e gli speculatori fossero in numero minore delle masse di diseredati li rendesse una classe vulnerabile, assediata, ingiustamente vittima dei soprusi orditi dai poveri, che sono anche cattivi. Predicò un sistema sociale della disparità e ritenne che l’accumulo di beni materiali fosse l’unico modo che le élites avevano di difendere sé stesse, visse nello sfarzo e nello spreco e fu autore del Manifesto della lobby degli agenti di borsa che speculano al ribasso. Sempre in prima linea nei consessi politici ed economici dell’Europa ottocentesca, s’impegnò nella fondazione di un partito dei benestanti che ne tutelasse gli interessi e promuovesse l’immobilità sociale e l’ingiustizia nella distribuzione. È incredibile che un sistema tanto in anticipo sui tempi, tanto preciso nelle sue previsioni che in passato avrebbe puzzato di stregoneria, tanto apprezzabile nelle intenzioni quanto realizzabile e, in tanta parte del mondo, realizzato, possa essere passato in secondo e poi in terzo piano. Senza prendere una posizione in merito, che esula dai miei propositi, rilevo che la mano della storia è stata eccessivamente dura sulla schiena di un pensatore tanto innovativo. È sepolto a Cesena e sulla lapide campeggiano le parole, affilate come una lama: “Il business delle pietre tombali è in rapida espansione, comprate lapidi e bevete Coca Cola!”.
dal Manuale di filosofia fantastica (Link, 2022)