STIMOLI

intanto il sole ammucchiava ombre agli angoli. Fausto, accaldato di polvere, superò il ponte, raggiunse la piazza attufata d’estate e si fermò incantato a guardare. In principio fu la gola, salì su impetuoso e irriverente, in fondo alla lingua, un tappeto sonoro a coprire e a fare eco, un’ola, uno slancio bile, un fiore inchiostrato di fresco, le labbra nervose, gli incisivi pronti a mordere, un tic all’occhio sinistro. Fausto si pulì le mani sui calzoni, controllò che la fionda fosse al suo posto e si inchinò gorgogliando al trionfo della giornata e dell’acqua che scorre.

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