Un volto che scorre, che continuamente scorre e cambia, meno nel suo scorrere che perdura e gli è essenziale. Il paesaggio dal finestrino del treno è, dunque, un cambiare dei luoghi e un permanere dell’andare. Una storia di treni racconta sé stessa mentre guarda il retro dei condomìni, gli orti addossati alla massicciata ferroviaria, le scarpate ruvide di sassi e di arborescenze, i recinti di auto in demolizione o un campo di nomadi che, a sera, nelle roulotte accendono i fornelli per cuocere la cena.