ANDARSENE

Stavamo guardando un documentario sulle balene e poi alla fine gliel’ho detto. Ma tu non te ne
vorresti andare? Andare?, mi fa lei, Ma dove?, mi fa. Da qui, dico, da Cagliari, le ho detto, Non
te ne vorresti andare? Ho capito, ma quando?, ha insistito mia moglie. Non lo so, non oggi eh,
boh, dico, un giorno. Mi ha fissato con la faccia che fa sempre quando pensa che chi le sta
davanti sia stupido. Per un po’ siamo rimasti in silenzio, ci siamo rimessi a guardare il
documentario e abbiamo fatto finta di niente. Le balene nuotavano libere. Avevano
un’espressione molto più rilassata delle nostre. Con le loro pinne creavano cerchi concentrici.
Migravano verso zone più calde, si muovevano in gruppo. A volte esprimevano la loro felicità
sfiatando con forza e creando archi di vapore che ricadevano sulla schiuma dell’oceano. Anche
lei ha iniziato a sbuffare. Guardava lo schermo, tamburellando con le unghie sul telecomando. E
perché te ne vorresti andare?, mi ha chiesto, continuando a fissarmi mentre facevo finta di
guardare la televisione. Non lo so, per dire… Andarsene, dico, così, tanto per, le ho detto, Non
c’è davvero un motivo. Lei ha spento la televisione, ha lasciato cadere il telecomando sul divano
ed è uscita. Quando fa così di solito o va dalla sorella o dalle amiche. Sparisce per un po’ e poi
torna per cena. Certe balene nuotano in armonia con l’ambiente. Il loro habitat è la pace, ho
pensato. Ho provato a chiamare mia moglie ma il telefono risultava spento. Lei non lo spegne
mai. Nemmeno quando litighiamo. È sempre stato una specie di patto tacito che ci siamo dati
in questi anni. In nessun caso, non spegnere mai il telefono. Mai. Anni fa, quando eravamo più
giovani, certi discorsi non ci spaventavano così. Parlavamo spesso di tutti quei posti in cui un
giorno ci sarebbe piaciuto andare a vivere. Ne parlavamo come fosse qualcosa di naturale. Una
semplice migrazione. E ci sentivamo un po’ come quelle balene. Certo, molto diverse dalle altre.
Viola, forse, ci sentivamo come due balene viola, ma con la stessa voglia di nuotare assieme
verso mete più calde. Più nostre. Ai tempi avevamo solo una vecchia Panda di seconda mano
ed eravamo liberi e spensierati come solo due persone senza un mutuo potevano esserlo. Era
quello il nostro habitat, la nostra pace. Ma parlo di un’epoca fa. Ora tutto mi sembra diverso. Il
telefono, per dire, è ancora spento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

NELLA MELCINA
Qui, l’artigiano Koll è in tenuta da cameriera. Porta un abito succinto, un grembiulino e un fermacapelli di Swarovski: si Read more.
da DIARIO PALERMITANO (7)
In via La Marmora, sul vetro del negozio del barbiere, una scritta avverte che “il rumore disturba, non abusare del Read more.
ERBA ALTA 2.0
Mandato della maestra Matilde: raccogliere un mazzetto di fiori spontanei mai visti prima. Prova optolometrica in campo, con stupore per Read more.
Animalario (21) – OIMS
L’Oims è un tipo di criceto invisibile che vive nelle lavanderie a gettoni di mezzo mondo. Dal momento che è Read more.
DI ORA LEGALE, L’ANARCHICO
di ora legale l’anarchico cane ignora e raspa alla porta e s’addanna e dice oh! muoviti, stolta, che l’ora è Read more.
SETTEMBRATA (3)
Ti ritrovo raggiante, nonostante l’età. La tua nudità è conferma: il tempo sembra rincorrerti senza mai acchiapparti. Ti aggiri tra Read more.
ELEGIA AD APRIRE
Lecce non è un’illusione né paccottiglia per turisti, non un assalto d’edilizia speculativa a ingurgitare vecchie pietre e albicocchi cintati Read more.
da I GIORNI QUANTI (90)
Ma Francesco dov’è. Infatti, Francesco dov’è? In campagna per ora. Anche se. Dov’è con la testa, voglio dire. In campagna, Read more.
Onirica ζ
La piazza è quadrata, recinta da palazzi alti su ogni lato. Condomini con finestre, balconi, vasi di fiori, e stendini. Read more.