Una fragranza di farina imbiancava l’aria. Fettuccine e sfoglie tese a seccare
su un letto matrimoniale di strofinacci. Madama prese una chicchera e
versò. Caffè, ne gradite, prima dell’ora del lustro?, chiese al messere.
Intanto, quello ruminava e sputava e la terra masticata si ammucchiava
davanti all’ingresso, tra la porta, l’omomorto, un paio di giacche appese, un
cappotto rivoltato. La domenica arrugginiva gli animi quando arrivava il
momento di tirarsi a lucido. Il bolide, impolverato di sole, era parcheggiato
al fresco di rugiada. Sotto il prunus stava il bacherozzo, quattro ruote
motrici, trazione anteriore e cambio automatico. Il bollo era scaduto, ma era
d’epoca, poteva circolare in libertà.
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