da I GIORNI QUANTI (61)

Tre ragazze al mare. Saranno due ma io, confusamente, ne conto tre. Tre ragazze che stamattina sono partite per il mare. Oddio, non proprio tre ragazze tre. Tre signore tre, tra signore e signorine dare la precedenza alle signore. Tre comunque, dunque abbastanza, considerando il cielo nuvoloso e il mare agitato. Ma sono tre devote del sole. Non mi fa bene il sole? Non trovi che stia meglio con il sole, non noti come cambio al sole? Anche di umore? Chiedono, avranno chiesto, prima di partire. Vedrete, rispondono o avranno risposto agli angeli che le proteggono, vedrete che appena arrivate il sole farà capolino solo per voi. Vedete, rispondo o avrò risposto, state tranquille perché il sole sono io. Dove le trovo, dove le posso trovare, oggigiorno, tre servette come voi? A me, che sono il Sole, l’unico modo per dimenticare i miei reumatismi e sbirciare tre servette come voi.

Resto in città. Non parto questo fine settimana. La campagna, il mare rischiano di diventare abitudini perniciose. Tornando. Tornando, come sono tornato, da qualche giorno in città, ho attraversato l’energia fruttuosa dell’angoscia di non poterne più.

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