Un teatro (I)

piacque, né più né meno, come uno scavo o una tibia frantumata; le cose avevano un odore di bruciato che pizzicava i corpi, nessun paragone era possibile. le cose avrebbero avuto ancora un odore di bruciato: un sole esploso, pochi rottami lanciati ovunque, qualche chiodo, per meglio addensare la presa …

Accampamento 1 – Gli interni assegnati

Al  km 24, al muro di testa di un volume grigio, andato in rifacimento più volte, più volte ridestinato, s’innestano in basso,  le doppie falde spioventi dalle tegole scure. Si tratta d’una casupola ocra, che sul lato opposto, s’accosta alla parete aggettante d’un altro edificio. Fu quest’ultimo giallo, poi rosa …

CARAPACI

Una fragranza di farina imbiancava l’aria. Fettuccine e sfoglie tese a seccare su un letto matrimoniale di strofinacci. Madama prese una chicchera e versò. Caffè, ne gradite, prima dell’ora del lustro?, chiese al messere. Intanto, quello ruminava e sputava e la terra masticata si ammucchiava davanti all’ingresso, tra la porta, …

da I GIORNI QUANTI (60)

L’ipotesi di stabilirmi in campagna è subito scartata. Il ventilatore mi è nemico. Cioè lo sento come il mio detrattore personale. Questo non mi fa più paura, non mi rattrista. Lo accendo e lo spengo con una familiarità sino a ieri impensabile. Solo che tutto il tempo che lo tengo …

N.4

dopo cena chiama me e l., venite a vedere la luna piena, è una luna gialla e larga sospesa in cielo a grande altezza non tanto però che non si possa scambiare la sua posizione per quello che non è, sembra che la luna avanzi rispetto alla fine dello spazio …

45

c’erano note e le passate memorie poi giorni d’ anime nella nebbia il mondo dei morti   e grandi alberi dal dondolio autunnale tra il dormiveglia e le morte stagioni sussurravano   il silenzio l’ebrezza dei secoli era là malinconia     da KHAMSIN – frammenti di scrittura – Marco …

Walking Flames

Le fiamme parlano, senza conoscenza sono in movimento. Non dipende dal contatto, ma dalla reciproca vista di un cuore che scalda una lingua. Danza, corre, cerca l’altezza. Le punte sono tre, il centro è solo ma vibra.

Archivio fotografico Tambour: veduta di Grenoble

Pendevano, ondeggiando, dalle sue orecchie bizantine cerchi e anelli   Un soffio risorgeva alle sue trombe sopra le spalle erette   Le cose, sollevando, dentro la mano curva sulla parete ottava lobotomie, 100% sans erreur

DISASTRI CARBOCERAMICI

E sono ancora qua ha detto il bandolero acquiescente ma non è vero che io sia ancora qua perchè se così fosse non avrei l’ardire di ungere le ruote della storia ora che la storia appare storpia e inammissibile sebbene gli uomini di buona volontà cantino alla luna

DIARIO DI BORDO

Stamattina, alle sei, dal ponte ho visto alcuni ragazzi rientrare dalla notte. Sono scesa sottocoperta. Fuori fa freddo, è piovuto e per oggi danno tempesta. Io ho la febbre. Voglio leggere Grünbein e Rodari. Iniziare a scrivere il libro con mia figlia. Provo a essere molto ordinata. “Come se il …