* * *

Son le giornate d’ozio che mi tengono lontano dal futuro. Per sempre, magari. Ma non riesco più ad epurarle dalla mia esistenza, per il semplice motivo che a dirimere gli ostacoli non sono granché bravo. Così resto inutile nel mio studiolo ai limiti del buio, piangendo malinconico –e senza meta– per colpa dei problemi che m’hanno aggredito e qui bloccato.

Però, se vogliamo, l’oscurità è anche comoda: spesso infatti la stanchezza che mi deriva dall’insonnia, e che mi grava di continuo sulla mente, si confonde con il buio e a tratti sembra scomparire –proprio come gli acufeni, che si perdono e cancellano (temporaneamente, perlomeno) nel suono insistito dell’acqua corrente.

E in uno dei miei tanti momenti di riposo artificiale, che si alternano al pianto rilassandomi un poco, sarà certo da un ricordo in rilievo sulla notte che scaturirà, inevitabilmente, la quieta condanna della morte.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

UN IMPASTO
8.94   un impasto in forma di susina croccante sapore morbido di pistacchio zuccherato vanigliato di colore avorio bruciaticcio un Read more.
Portami a ballare un finale diverso (8)
Spegni la luce prima di uscirmi dal cuore, qualcuno sennò potrebbe pensare che sia ancora occupato. Colpiscimi e stordiscimi, se Read more.
ASTRAGALO
Non so cosa pensano gli altri del proprio letto, magari nemmeno ce l’hanno, un letto, e perciò mi riesce difficile Read more.
Un canone sul pericolo di piacere I
Occhi pinare sput e qui lavoro leggondi are su tutte  le fedi e le divise ca ssiamo fare con gli Read more.
CHECK-OUT
24 non sono bravo con gli addii con 12 niente stasera portami a vedere un film sdraia il tempo a Read more.
ORA CHE NON PASSA
e taglia il fiato, s’arruginisce di bestemmie, s’infanga di rabbia, il Capo. Non ci arriva a trent’anni, ma suo padre, Read more.
Alla follia di Banvard tutti (4)
In questa scena del film è inverno a Berlino. Durante il breve tragitto in metropolitana, lo sconosciuto disegna sul libro. Read more.
UN TAMBURO
Sono il tamburo di tutte le guerre, quando una guerra mi carezza la guancia, mi gratto il naso e sparo. Read more.
IL VESTITO BIZANTINO – 71
Incrinata da un bavero di spine Sono il rampollo acido del monte L’aurora buia di chi lavora Di chi divora Read more.