1
il re piaf va in cile. arriva di sera a santiago. trova una casa con una cella bianca dove la periferia è
già campagna. sul muro della casa accanto alla porta d’entrata c’è una lapide di marmo azzurrino. in
basso chiunque può leggerla anche se molto miope. c’è scritto che il figlio secondogenito di piaf
nella cella bianca della casa visse 3 giorni assolutamente normali.
2
il re piaf a sera nella sua cella bianca steso su una vecchia e grande dondolo di pino douglas guarda
oltre la finestra la città disabitata la clavicola ruggine la parola sommersa che però non muore. sulle
colline i fuggitivi si riposano sono stanchi. anche il cibo è finito. si addormentano. muoiono nel
sonno. subito dopo il tramonto.
3
sulla parete di tramontana della sua cella il re piaf scopre una barba corta fitta rossiccia suggeritrice.
vi accosta il naso e fiuta. puzzo di notte mediterranea e centinaia di date ma nessun rumore.
scancella. si stende sul lettino. canta ‘o susanna’ sottovoce.
4
il re piaf di notte visita palazzo steri. legge sui muri le grida degli scellerati. spegne la torcia e ripete
tra se ad alta voce i nomi e le bestemmie. scattano perforatrici silenziose. polverizzato il cimitero di
sant’orsola scompare. nessuna luna. nessun’ombra.
5
il re piaf torna in cile. entra nel palazzo reale. attraversa i saloni nella penombra della sera. tutte le
finestre e i balconi sono spalancati. i mobili si sono consumati. scorze di grandi lepidotteri
strisciano faticosamente sopra la spuma. i cessi sono neri. l’onice invade i piedi sempre più lenti di
piaf.
6
chiuso a chiave nella sua minuscola cella d’intonaco rosa piaf decora le quattro pareti con colonie di
re armati. l’ultimo pezzo di luce di un sole infinitamente defunto. sul tetto si circonda di tralci
giovani vociferanti.
7
senza colpa piaf diviene re. il suo peso corporeo scompare. in casa quando lo cercano uragani d’aria
rosa mordono a morte la memoria. piaf dietro la finestra sfida il tempo a mutare direzione. osserva
ansioso l’angolo della strada le ciminiere il radiotelescopio sulla cima piatta della collina. controlla i
manovali i manuali. verifica le proporzioni. no non ha nessuna colpa.
8
pezzi scelti d’uomo stanco sulla scrivania piccola di ulivomaschio di piaf. il re con le sue dita fatali
scarta gli organi del pensare e del patire. nel buio ingegnoso della sera non trova dove conservare i
pezzi senza significato. la barba petulante non si scorge. un re non ha rilevante permanenza nello
spazio.
9
piaf torna dal cile in una sera di luglio. entra nel mediterraneo. è trafelato. salendo inciam pa sul
terzo gradino e batte la fronte sulla ringhiera. alza gli occhi a fissa lo specchio. non ha ancora
diciott’anni. ovale un po’ pallido. da quando suo padre è morto non dorme non mangia non ovula
non restituisce alcuna vita.
10
piaf signore in velluto pulce notturna da solo si fa
disegno di Gaetano Testa