STRALCI DI MAIL
da Francesco ad Alfonso
(2013 – 2019)
caro al, da qualche mese ho una bella agenta letterario, ma ben due corpose raccolte
restano ancora nascoste nel suo seno leggendario. i migliori e meno efferati complimenti
hanno questo tenore comunicativo: scrivi come un pazzo, sei impubblicabile. dovrò
cambiare agente, magari la prossima volta che salirò sui monti romani. ti bbraccio e
grazie, tuo ciccius
(15 gennaio 2013)
ho letto a telefono questa tua lettera a costantino che non sta benissimo ma è stato felice
perché si è sentito anche lui prealpino come te, come noi, compreso te, che formiamo una
strana squadra che non si vede ma si sente, che non segna gol ma sa giocare a
centrocampo, pochi possono capire quanto sia importante ritrovarsi nella vita di un libro.
stasera mi sento dolomitico e ti ringrazio, invidioso, da nebrodita e ex madonita.
(a tusa rosa e io vi aspettiamo)
(5 gennaio 2013)
ciao alf, oggi ho spiegato le braccia, ho spiegato alle braccia che possono diventare ali
incrociando la tramontana tusana che viaggia a 120 chilometri orari. il mondo è un
divenire.
(25 marzo 2013)
so che domenica non potrai ma non perderai niente. la scorsa è stata una palla tremenda
e ho idea che sarà uguale dopodomani, gli scrittori o detti tali siciliani non sanno leggere,
non sanno che leggere è ridare vita a quello che si è scritto, invece seppelliscono
definitivamente. leggerò una pagina di palermo-civico-palermo poi lunedì dovrò tornare a
tusa e/o castelbuono per ragioni familiari. ma vorrei proprio trovare il modo di liberarmi e
rivederti al più presto magari improvvisando un viaggio come quelli che mi ritornano in culo
all’alzhaimer galoppante con intatto piacere
(17 ottobre 2014)
qui a tusa, senza campo ma in mezzo a campi di leccio che digradano in campi di ulivi, il
numero è 0921 XXXXXX, quando vuoi e puoi, senza appuntamento
(11 ottobre 2017)
abbiti la felicità della signora consorte dopo averti letto, abbiti anche la notizia che presto
non dovrai fare cric cric perché ho riversato tutto in una nuova uccelliera: si chiamerà IL
CUCCHIAIO NELL’ORECCHIO, e avrà veste colorata e pavonesca. qui la mia amica
volpe, scansa i cacciatori del finesettimana a dispetto della luna.
(25 novembre 2017)
la coda puntuta dell’inverno che buca ormai il non più crudele aprile, la coda della
bronchite che oppone al parlare (e alle parole scritte per empatia) ancora mitragliate di
tosse. Bene, bisogna stare bene anche così. non ricordavo il tuo, praeclarus, commiato da
antonio verri. molte cose ritornano quasi per magia: “Ballyhoo-Quotidiano di
comunicazione, dove al posto delle notizie dei quotidiani tradizionali venivano pubblicati
testi creativi, pur se in parte riecheggianti i fatti del giorno.” È quello che stiamo cercando
di realizzare modificando e modificati dai tempi. per la brochure del 12, spero ti farà
piacere, ho scelto come immagine copertina una tua poesia visiva “tutto quello che vedi è
invisibile”. Ecco che, già avendo parlato-scritto troppo, nuove scosse tossiche schizzano
dai polmoni e algide escursioni termiche dalla crudelissima coda di marzo. so che se
troverai congiuntura ci abbracceremo il 12, per pronto accomodo ti abbraccio cmq. ciccio
(4 aprile 2018)
non conoscevo tutta la storia, il siamese che vorremmo dentro di noi, il polpo che ci
divorerà, il sogno che diverrà realtà.
(11 maggio 2018)
no, lui (Bohumil Hrabal) è meglio. quando l’ho intervistato a palermo, a villa igea, una stella
in camicia a scacchi contadini tra gli specchi regali, con una interprete difficile pure da
sognare, alla fine, scansando tutto quel bendiddio e altro, mi ha chiesto a gesti: ma qui
dov’è che si beve? pochi anni dopo si è lanciato dalla finestra, dicono: per volere dare da
mangiare ai piccioni sul davanzale della finestra. “work in progress” è così abusato,
perché non omaggi la bella poldi con un tuo titolo specioso e personalizzato?
(28 marzo 2019)