se esiste o è mai esistito un ‘funzionario delle rocce’ sicuramente il suo diretto superiore sarà stato un ‘analizzatore delle nuvole’
in ogni caso visto che i tempi con insano buonsenso si prefigurano in tempi di ecologia non è male difendendomi dalle seduzioni dell’intelligenza ferita fare riferimento a ruoli tanto agresti quanto fantascientifici
se un tantino fai caso ai decibel che esplodono in un condominio da un qualsiasi complesso pop o folk o rock trovi quanto possa essere complice l’incombenza delle nuvole
i costruttori della nebbia progettano in esilio
irrompono errori di esecuzione
la nebbia prodotta non è quella progettata
manca di autoregolazione e soprattutto non è discontinua
si espande si consolida divora le colture
prima quelle altamente selezionate poi le altre
infine distrugge anche le muffe e le faune
la popolazione umana del pianeta diminuisce rapidamente
si salvano poche comunità intensamente tranquille e ruminative
che riparano nei sottosuoli
strani e rari individui sopravvivono in superficie
subiscono misteriose mutazioni
col tempo la struttura della nebbia si depaupera
diviene autoregolativa e discontinua
insetti meravigliosi a tenaci ricompaiono in alcune regioni con seguito di esplosioni vegetali irrefrenabili
molte province rimangono deserte e mute
continuo a riflettere in apnea sul coraggio degli uomini bendifesi
vedo nuvole sciacquaorecchi precipitarsi dai monti verso il tirreno e ascolto un ventaccio anziano fermo tra le periferie e la campagna
di sonate tardobarocche esplodono nella memoria
un uomo confessa che è stanco della propria stanchezza che non ne può più di lottare contro la stanchezza dal mondo
emergo
aspiro vorace
torno giù
incontro un vescovo impellicciato che pappando caffè incoraggia una folle donna a perseverare nella sua opera di guaritrice delle follia
ciò che vedo è un po bruciaticcio
associato alla riflessione costituisce incarico burocratico omologato dalla corte dai conti
neppure in apnea mi libero del crepuscolo
l’abitudine alla rotazione del pianeta costituisce coraggio genetico
ogni capogiro è scomparso
nessuno può più ‘sprofondare nel nulla’