tremodidiviverel’estate: esecuzione partitura in re minore

Seppure l’aria ha lo stesso colore di allora, con il vento che tira di sguardo
aperto s’affila e soffia. Lo spigolo bianco, la scritta che scolora, i fiori secchi,
il lumino spento, un lamento che s’appanna. Sirio, chiamo, ma hai già
portato le mani alla gola, di sudori freddi tremi quando ti lasci andare sul
divano, morbido tra il velluto dei cuscini in cerca di una parola di conforto,
aspettando i soccorsi mentre la gola è in fiamme, brucia e consuma.
Allento la cravatta, slaccio il primo bottone della camicia e tu raccogli aria,
il tanto che ti resta. I soccorsi intanto non arrivano, perché io non li ho
chiamati.