Rientrando da We’re not hiring at the moment, id est dalla infruttuosa chiacchierata con il Grande Editor di 15 (mentalmente) anni, mi fermo in farmacia a prendere una scatola da venti di Enterogermina, per papà.
Salendo per via Topino dondolo la busta. Nell’altra mano ho due libri che il GE15 mi ha regalato: uno è un quasi premiostrega, l’altro ha un nome che ricorderei leggermente di più proprio perché non invischiato in quello sconcerto, ma al momento ho dimenticato entrambi quindi niet.
La città è del tutto chiaramente rapita dagli alieni. Gli abitanti sono stati risucchiati da Roma e gettati a patire il mare a RN. Non un cane nemmeno abbandonato, nell’ano agostano.
Risalendo nel vuoto provo a telefonare a un parente malato terminale. Squilla a vuoto, poi si attiva la segreteria. Gli lascio un messaggio.
Salgo a casa, e dalla faccia mia madre capisce che neanche un lavoretto ho beccato, niente. Mio padre dorme nella sua malattia in camera, peta e sogna.
Prendo i sacchi dei panni sporchi e bacio mia madre, bye, ci vediamo giovedì. Vado a casa mia, mi metto in macchina. Da quaranta minuti stanno pulendo le strade con la pompa a pressione. Tutto allagato ovunque. Slittando guadagno il Muro Torto