Traversa. Sul fianco,
cembalo il mondo trova culla
nella sua clavicola. Atrofico,
in posa, nudo ad ore l’ore arresta.
A rivederle, svigorite nel lastricato,
piazza o ponte: ah, peccato vai bellezza,
un sasso un creato lembo un corpo,
italiana mia il tuo poesia lo eri prima.
Mi ripresi sulla dirittura di un concerto profumo,
Primavera la veste di un cielo bianco addobbo,
il gelsomino suggeriva dove occultare
le inconfutabili prove dell’anima:
quel sediolo sul tuo balcone,
pericolante vano avamposto,
boccone della creanza. All’apparenza
interdetti, correi, Dolo e Sfizio.