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3 persone inestricabilmente avvinghiate at traversano con difficoltà la scena – le
segue pacatamente a qualche metro un uomo che a un tratto inciampa su niente e cade
rovino samente
sul davanzale della finestra dell’ufficio tra le dieci e le undici di giovedì 6 maggio
1976 la targa impolverata Affari Generali
sugli scioperanti intontiti dal caldo afoso non so cosa
l’edilizia popolare non imbroglia mai lui dice
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un tizio attraversa per 3/4 la scena si ferma esplora intorno esamina se stesso
muovendo soltanto la testa torna indietro e a 2/4 della scena si lascia scivolare giù
verso il buio della sala
piena di ombre
– questa carta é mia
– ne sei sicuro?
mettiamola tutta così
questo nero pezzo di carta é mio
anzi scusami sono io
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martelletto
punta d’argento
tanti ahi
una lunga ispezione
un colpetto leggero
un po di borgogna
poco fluf
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una tizia viene fuori da sinistra in fondo si ferma in una luce bianca che le cade
dall’alto osserva nel buio della sala
la pancia comincia a ingrossarle
giunta sui nove mesi va via pesantemente
ora non ho più niente da dire
potrebbe mai essere questa la ragione della tua magrezza?
gentilissima signora sandra
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dicesi afelio di uno schema il CIO’
ma io poi non sono affatto uno specialista
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una persona con una grande pipa sulla spalla attraversa la scena
dalla pipa liberandosene senza che il portatore se ne accorga viene giù una tipina
seminuda bellina che subito scappa via
Professore Seduto
Idea della Pipa
nessun orrore
per battute così
sorvegliare
non sostituirsi
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la moglie dell’amicomio si stiracchia il suo ombelico si scopre
noi che poi sarei solo io lo guardiamo
pensando con occhio cileno alla libertà
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in via libertà alla fermata dell’autobus che sta difronte alla lunga vetrata-specchio
dell’alitalia Achille spara alla tempia di Achille
in effetti ma sempre tanti effetti
in effetti il colpo nella sua traiettoria
in effetti la traiettoria del colpo
sul telone pubblicitario disegnato in nero un immenso semicerchio leggermente
coperto dal vapore del cadavere tiepido
disegnato un cadavere inscritto in un semicerchio
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un tizio con un metro di metallo misura da un’estremità all’altra la scena poi ne
misura metà (1) e si ferma qui nel mezzo
intasca il metro esamina (2) di qua e dilà via via rattrappendosi (3) scompare verso il
fondoscena
(1) mi accingo a picchiarla – dunque mi alzo
(2) mi preparo a venire – dunque vado
(3) nel mentre sento dire che ‘c’era già’ – dunque mi volto
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una tizia porta un grosso pupo si ferma trae dal pupo un piede infila il proprio piede
nel piede – va via così
tra caviglia e piede una minuscola marionetta di legno di faggio si dipinge lestamente
di verde e oro
avrei una sola obiezione questa – la caviglia in effetti aveva già conquistato il piede
tutti noi fuori dal teatro continuiamo a cantare
a trento nacque-e-e
o trenton nton-nton
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adelaccio dice ‘noi ormai siamo sessualmente bruciate’
ma
mia cara
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vieni un po qui avvicinati fatti guardare meglio – ah!
capìtano stiamo stazionando da 23 minuti a 627 miglia n dall’obiettivo e non arrivano
altre disposizioni
‘questo mazzo di margherite in camera non ce lo voglio’
assistemmo ai funerali di panagulis
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lei che si chiama Ei dice ‘ehi!’
lui che si chiama Am dice ‘am’
io vedo ascolto ricordo e annoto
ma non brevetto
che c’entra la felicità?
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a – lei farcita dandomi le spalle mormora ‘vorrei che tu provassi quello che sto
provando io’
mi immobilizzo
ma lei immediatamente ‘no! non fermarti!’
b – questa cosina mi fa venire in mente gli effetti dei microscopio elettronico sulla
cosa osservata e sull’osservatore
l’insieme di a e b può definirsi Processo di Riconversione?
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(se ricordo bene siamo in una via del centro di birmingham)
una grande mano con l’indice puntato dietro trasporta un uomo
a metà scena l’uomo si trascina dietro la stessa mano con l’indice puntato in avanti
il piede destro che é piede di passo annidato ingegnosamente nelle ossa del piede
sinistro che fa da simbolo
e questo è l’albero del foglio
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un tizio attraversando la scena via via scopre una tizia che attraversa la scena e che
viene scomparendo infine la tizia esce dalla scena
da un polpaccio femminile juanito si viene sviluppando e sviluppa juan
acquisterà col tempo fantasia e coscia
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avendo inchiodato un neo alla scapola destra il muscolo mi frulla
terremoto nel friuli carina
un albero e un muscolo attraversano la scena – frullio sonoro – l’albero e il muscolo
cadono – al loro posto spuntano due tipi un uomo e una bambina che vanno quasi di
corsa
dormono sotto una tenda difficile da sradicare (quasi ovviamente ci abbiamo provato)
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ci siamo preparati – sta arrivando
varie figure di più persone attraversano la scena con pause conflitti ecc
scarpa circadiana
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ti contenteresti di un tipo familiare molto resistente ottimo fornicatore succulento
ma tu strepiti dici ‘andate nella vostra stanza facchine!’
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il lavoro produttivo di Iª ctg
chi é vanni raboni? alberto moravia? euge nio montale?
chi é palmiro togliatti? trockij? rosa luxem burg?
ma chi sarebbe hegel? kant? planck? boole?
smettiamola carino – stiamo cancellando le città e tu continui a fare nomi – stiamo
eliminando i libri e tu leggi ancora le opere – stiamo misurando il nulla e tu insisti con
lo sciopero della fame
(poi c’é) il lavoro produttivo senza ctg
– questo nastro intanto lo tengo io
– lo compro poi te lo regalo
‘quei signori erano convinti che gli alberi non lavorassero’
‘quei signori si erano persuasi che anche le pietre faticassero a essere pietre’
‘non é chiaro se trattasi di organismi indipendenti’
‘io dico che é un tipo di muffa’
lavoro
– dove vai?
– non mi sono mosso
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sulla Scrittura Mediterranea
sul significato tutt’attorno alla Forma
sul significato-personaggio
sul significato-persona
c’é questo di buono nelle liti tra scribi stupidi (e istupiditi dalla forma) che alla fine
meglio di altro dimostrano quanto sia saldo il soste gno che offre il significato-
persona – ma a loro non serve più alcun sostegno – gli basta un po di terriccio
é strano che chi pratica la scrittura possa pensare che l’italia sia ‘un luogo periferico’ –
cosa in realtà sta praticando?
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poi c’é
che mescolando due colori in un grosso barattolo con un pennello robusto e rigirando
vigorosamente possa lievitare una statuetta in forma di forbice di un uomo completo e
di una donna dimezzata – e intitolarla Mixtero buffo
si ha la certezza preliminare che i suoi autori debbano essere manganelli e sanguineti
e che l’opera possa essere rappresentata soltanto in un ritiro balneare a notte molto
inoltrata e festiva
accurata infiltrazione
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(14maggio1976)
con la borsa senza denti a forma di ascidio tremolante
con la respirazione breve e rapida – la testa da sveglio tricoccuta – oppure mentre
dorme o riposa fogliuta e bipennatopartita
con colori vistosi maculari bianchi rosa blu attraversati da bastoncini nerissimi
piumosi
con spiccate proprietà tintorie – quando é allegro – e medicinali quando é stanco
con tre mani caduche che si rinnovano con ricorrenza variabile fosforiche composte
di migliaia di fili ognuno dei quali indipendente e autocefalo
un tabellone circolare verdazzurro fermo a metà della scena – il ‘commentatore’ con
lunga bacchetta indica e descrive
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in Europa le parti alimentari della parola sono sette meno una
non si parla d’altro
un leone ruggendo attraversa la scena – seguono persone-sandwich
inventarsi le scritte (pubblicità di rosticcerie partiti politici vescovadi ecc
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allucinazione sentimentale con dialogo al telefono
– tu non mi vuoi vedere più
– ma no
– perché non mi vuoi vedere più?
– ma non é affatto vero
– e allora perché non mi hai cercato
– ti ho cercato ma non c’eri
– dove mi hai cercato e quando sono stata sempre in casa tranne il tempo di fare la
spesa mezzora non di più
– sarà capitato in quella mezzora l’altroieri ti ho chiamata venti minuti
ininterrottamente dalle undici alle undici e venti
– l’altroieri?
– l’altroieri
– ero a fare la spesa
– appunto
– che significa appunto
– che siamo fortunati
– che hai
– niente
– non é vero perché parli così
– sono stanco
– ti sto scocciando lo so scusami ti lascio
– non mi stai scocciando sono stanco soltanto stanco
– che hai perché non me lo dici parla chiaro
– io sono sempre chiaro estremamente chiaro ti basterebbe vedermi e sarebbe chiaro
anche a te inequivocabilmente chiaro
– ma non ti vedo
– però mi senti
– si ti sento e ti sento lontano e scocciato
– oh
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nella postfazione di quell’antologia
non ci sono vere curiosità
non c’;é scissione
ma ci sono anche se pochi violentissimi fastidi
essendo molto diverso il parlare della paura dal praticarla
valendo in genere tale differenza per qualsi asi infinito d’azione sia transitiva che
intran sitiva
in quell’antologia – c’é questo prosame che ha un tono enunciativo e sentenziario che
non ha mai lo scatto secco mortifero dell’enun ciazone ne la succulenta semplicità
della sentenza – é invece laboriosamente concen trico massivo e mollacchero buono
solo a consentire e contenere i furori masogonici di chi lo sta sfornando
ci sono queste fitte noticule estesamente citative che ti informano pettegolosamente
della ricca umiltà degli affetti dell’autore e non puoi dire ‘no’ o sei solo un caino
c’é il Fascismo Diverso che rimane comunque nemico reso però inerme dalla
memoria ed é Diverso per infaticabile lucidatura da maneggio sicché scivola e saetta
e si torce continu amente tra le mani e i varchi del Massacratore
c’é questo mio rossore autofagico contro quest’oggetto dovuto a Spasso & Sperpero
per cedimento di memoria
amico se ti va sputami in faccia
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essi quelli che stanno entrando in questo momento per la 5ª corsa non ammettono più
nulla
alla loro testa c’é qualcuno che scrive ‘é un’altra città e corrisponde a ogni punto di
vista – ogni punto di vista é un’altra città poiché le città sono unite solo dalla loro
distanza e risuonano soltanto per le divergenze della loro serie delle loro case e delle
loro strade – é sempre un’altra città nella stessa città’
lui entrando non smette di scrivere – entra proprio così
in cosa s’é mutata la scena?
ripetere la domanda
ripetere
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ospitalità
– i ns sogni sono la distanza che ci riesce di cavare tra questa ns cosa e questa stessa
cosa o ospite
il mare azzurro con cielo meno azzurro con nuvoletta bianca attraversa ondeggiando
la scena
– si vede bene che siete isolani
legittimità svenuta
– i proseliti che sono come noi che cioè non esistono noi li stiamo cercando
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dotti suonatori di pietrisco
userebbero ben altro
se avessero i piedi
per terra
p.s. di sofista
partendo e ripartendo dall’osservazione
delle due mani che hanno svariate dita
in aria connessamente politicizzate
ragazzo coi palloncini che fa scoppiare uno ad uno attraversa la scena
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strategie della natura e della Natura
delizia – ciò che è propriamente asiatico
poi all’inizio della primavera si baciano senza guardarsi in faccia – me ne ricordo
mentre mi stanno facendo l’elettroshoc all’ano e ai testicoli – il che dantescamente mi
disturba
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altre strategie
in una lunga lettera assunto il Rispetto notomizzarlo
tuttociò per illustrare allo Straniero che la caccia é finita
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discorso occhiuto
anche i piedi intanto continuano ad avere diti
apparterrebbero perciò alla classe delle mani
li castra irrimediabilmente il genere – forse non sono sterili e certo non possono
essere ingravidati
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sulla barricata
pà – che è un falso brutto collegato a una libera madre di una pianta gustosa
pà – parlando con la bocca piena di patatine fritte
oppure fingendo d’essere rassegnato a una fine imminente
a quanto pare quest’elastico che non si rompe non serve a niente
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voci e vento
– a un tratto silenzio
e stan kenton
questo forse é
silenzio?
‘quando comunichi con gli altri’
‘che significa quando?’
– grazie signore (così devono parlare i bam bini)
– perché ti metti il cappello?
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il pupo di pezza
ha mangiato oggi
un po di peperonata
oggi sta disunito
ha due fiocchi alle estremità
al collo e alle caviglie
oggi il pupo è
una caramella
una caramella gonfia