VITA SOCIALE

Ho pochi amici, ma scelti con cura. Ad esempio un uomo magro, alto e pallido – lo chiamerò
Filippo – che alle prime luci dell’alba mi guarda e sorride, seduto in cima al guardaroba,
dondolando le gambe. Ma siamo sicuri che stia sorridendo, oppure è solo un’ombra, o forse sono io
che sto ancora sognando? Passiamo a un altro amico: Piero. È un piccolo, insignificante moschino
che verso mezzogiorno, vola silenzioso intorno al lampadario del soggiorno, mentre sono fuori a
pranzo. A metà pomeriggio, fumando una sigaretta – l’unica della giornata – faccio due chiacchiere
con Alfredo, una statua ricoperta di muschio che lavora nell’ufficio accanto al mio. Poi ci sono
Guglielmo e Luigi, due nuvole che nel tardo pomeriggio cambiano forma nel cielo. Torno a casa
stanco, in preda a cattivi pensieri, ma mi conforta il pensiero che troverò ad attendermi Lorenzo,
seduto in cima al guardaroba, con le gambe a penzoloni.

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