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se mi metto a valutare i caratteri con corpo relativo

se poi mi metto a caratterizzare i corpi con relazioni

mettendo nel dopo la relatività del corpo di prima

senza avere associato al tempo il carattere che metto

nelle minimissime società messe a confronto del corpo

o se lei crede libere di conformarsi alle valutazioni

o ai corpi che si mettono in attesa relativa del dopo

 

voglia considerare il fatto che tutti o in parte restiamo

quando restiamo senza voler considerare altri fatti

siamo in ansia se restiamo senza considerazione

da parte di quelli che prima e dopo e mai restano

soltanto così ma dopo fatti che ci toccano restano

e l’essere in pochi ci fa considerare dai molti un più

che sarebbe una considerevole restrizione temporale

 

siamo qui e solidarizziamo con le emergenze sensoriali

ogni forma ci pare un insulto al carattere di sostegno

che ci viene immesso senza ansia per essere valutato

o almeno è così che consideriamo ogni comprensione

che sia nata fuori dal nostro tempo di appartenenza

i nostri sensi in una società di riposo liberato vanno via

si sottraggono alla nostra solidarietà caratterizzante

 

vediamo in continuazione che le forme si associano

vediamo che così mettendosi non ci caratterizzano

perché noi in concreto tutti o in parte siamo apparenza

c’è perciò questa specie di considerazione negativa

per cui ogni corpo vivo o non vivo è reso relativo

anzi più che relativo nell’apparenza neppure ci sta

ed è così che le valutazioni della continuità ci offendono

 

(disegno di Gaetano Testa)

 

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